Trapianto possibile solo in un caso su due – inchieste.repubblica.it

 In Un po' di noi agli altri

da “inchieste.repubblica.it”
di MICHELE BOCCI

ROMA – “C’√® bisogno di donatori per far crescere il numero di pazienti trattati”. E’ semplice l’assioma di Alessandro Rambaldi, direttore del dipartimento di ematologia oncologica e dell’unit√† di trapianto dell’ospedale di Bergamo. Il medico dirige un reparto che fa 52 trapianti all’anno, cio√® uno dei pi√π importanti in Italia, e sa bene cosa vuol dire non trovare il midollo per un malato. “Convincere pi√π italiani a rendersi disponibili¬† -¬† spiega¬† -¬† √® importante perch√© maggiore √® il numero dei donatori all’interno di popolazioni geneticamente omogenee, maggiore √® la possibilit√† di trovare delle compatibilit√†”. I nostri connazionali hanno un valore aggiunto rispetto alle persone iscritte nei registri nel resto del mondo. “Oggi con 25 milioni di donatori nel mondo troviamo la persona giusta per il 65% dei pazienti. √à gi√† un successo ma si pu√≤ migliorare. Il donatore ideale √® giovane e maschio”. In questi anni si sta diffondendo anche in Italia il trapianto “aploidentico”, che coinvolge un familiare non compatibile al 100%.


“√à uno strumento formidabile, come il trapianto di cordone, per quel 35% di pazienti per i quali non si trova un midollo¬† -¬† dice sempre l’oncoematologo¬† -¬† I risultati di questa tecnica sono migliorati negli ultimi anni. Ma ancora non pu√≤ essere considerata la prima scelta. Quando scatta la richiesta di un’infusione, prima di tutto si controlla se in famiglia c’√® una persona del tutto compatibile, poi ci si rivolge al registro nazionale, che cerca nelle banche dati mondiali, e se non si trova il midollo giusto si passa al cordone o al trapianto aploidentico. E riguardo al cordone voglio aggiungere una cosa: si tratta di una opzione molto importante per le minoranze etniche, che non trovano compatibilit√† facilmente, sia perch√© magari hanno pochi familiari nel nostro Paese, sia perch√© ci sono difficolt√† anche con i registri”. Il trapianto di midollo serve a chi soffre di leucemie acute, linfomi, mielomi, aplasia midollare e malattie non maligne come la talassemia ed alcune di quelle metaboliche. Aumenta la richiesta di midollo nel mondo, sta crescendo l’incidenza anche di questi problemi? “I casi di leucemia sono stabili¬† -¬† risponde Rambaldi – l’unica patologia per la quale sembra essere dimostrato scientificamente un aumento √® il linfoma non Hodgkin”.

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