Quattro atlete per una Admo in rosa

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Lunedì 7 marzo Admo – Associazione donatori midollo osseo – presenterà quattro nuove testimonial della campagna per la donazione. Quattro atlete professioniste altoatesine che ci raccontano il perché della loro scelta.

Ha passato la sua infanzia e la sua adolescenza ad allenarsi e a combattere per rimanere in sella al suo cavallo e arrivare prima al traguardo; poi, da un giorno all’altro, proprio quando la sua carriera di amazzone l’aveva portata a guardare il futuro con gli occhi del professionista, passando da san Siro e approdando anche negli Stati Uniti, è arrivata la malattia. “Era il 21 luglio del 2011, avevo 28 anni e mi è crollato il mondo addosso”. Ma lei, Evelyn Pöhl, originaria della Val Passiria e meranese d’adozione, da brillante fantina qual è non si è fatta disarcionare, ha stretto le redini ed ha continuato a combattere, questa volta per la sua vita, e grazie anche ad un donatore di midollo osseo sconosciuto, è riuscita a tagliare nuovamente il traguardo vittoriosa.

“Ho fatto quattro cicli di chemioterapia, poi è arrivata la bella notizia – racconta – ho fatto una sorta di trasfusione di cellule staminali, e nel giro di poco più di un anno sono tornata in sella a Briona, un cavallo dolcissimo”. Era l’estate del 2013, e lentamente ma con la tenacia degli sportivi, nella stagione successiva Evelyn è tornata a gareggiare, e a vincere: “Ci speravo, ma quando stavo male non riuscivo a credere che sarei tornata in pista, sotto tutti i punti di vista”. Una storia drammatica ma a lieto fine, quella della giovane atleta; una fetta di vita altrui che vale la pena di raccontare. È anche per questo che per la festa delle donne lei ha scelto di mettersi sotto i riflettori e narrare a tutti quanto le è successo, e quanto alla sua immensa voglia di stare in piedi abbia contribuito quell’anonimo donatore. Un piccolo gesto, un’iniezione di vita che le ha permesso di godere nuovamente il panorama sereno del cielo osservato da un podio iridato, uno dei tanti che Evelyn ha continuato e continuerà a calcare nonostante la brutta avventura.

Evelyn è tornata alla vita grazie ad un “gemello genetico” che non la conosce, non sa niente di lei e ciononostante ha deciso di tipizzarsi, di iscriversi cioè al Registro dei donatori di midollo osseo. Un gesto semplice, che non ha controindicazioni ed equivale ad un prelievo di sangue, quello del donare, ma che per paura, disinformazione o reticenza, non viene da molti preso in considerazione. Eppure, come spiega Emanuela Imprescia, presidente Admo Alto Adige, qualcosa si sta muovendo, le persone stanno piano piano prendendo coscienza di quanto sia importante un simile gesto, basta pensare che solo nel 2015 a livello provinciale sono stati 421 i nuovi donatori iscritti. Se si considera che in 25 anni di vita del registro altoatesino i donatori iscritti sono 6818, di cui 5503 attivi e che in rapporto al numero della popolazione presente tra i 18 e i 55 anni siamo al terzo posto in Italia dopo Sardegna (dove si poteva tipizzare fino ai 45 anni e c’è una grande sensibilità per via della talassemia) e Veneto, è chiaro come l’attività dei volontari Admo abbia sicuramente smosso le coscienze: “Siamo ovunque, ad ogni manifestazione, ma siamo anche in pochi, per questo abbiamo bisogno di volontari che ci aiutino nelle attività, ma anche di persone che possano farsi portavoce di questo messaggio”.
Evelyn Pöhl e altre tre colleghe del mondo dello sport hanno raccolto questa richiesta e hanno deciso di “metterci la faccia”, prima di tutto iscrivendosi al registro dei donatori (tutte tranne, ovviamente, l’amazzone meranese) e poi diventando testimonial della campagna per la donazione.

Elena, la ciclista
E quale momento migliore per parlare di quattro donne del mondo dello sport insieme per Admo, se non in occasione della festa della donna? Quattro atlete professioniste, che tra un impegno e l’altro hanno fortemente voluto far parte di questo progetto. A partire da Elena Valentini, ciclocrossista professionista, che dal Belgio, dove è in ritiro per allenarsi, ci racconta che è arrivata a maturare la decisione di tipizzarsi dopo aver visto l’esperienza dell’amico ciclista Manuel Quinziato, altro celebre portavoce della campagna Admo: “La gente purtroppo è disinformata, non sa bene a cosa va incontro. Anche io non sapevo come funzionasse la donazione. In realtà è un gesto semplicissimo che permette di fare grandi cose”.

Debora, la tennistavolista
Ventitré anni appena compiuti, cresciuta a pane e tennis tavolo, Debora Vivarelli è entusiasta della scelta fatta: “Credo che la decisione di diventare donatrice sia tra quelle di cui vado più orgogliosa – racconta – e sono ancor più felice di poter essere testimonial di questo messaggio, per convincere altri miei coetanei (la fascia di possibili donatori è limitata tra i 18 e i 35 anni ndr) che con un piccolo gesto si può dare una seconda chanche ad un’altra persona. Un piccolo gesto che ti regala un’emozione impagabile. Purtroppo questa seconda possibilità di vivere a molti è preclusa, perché non si trova il donatore che abbia il suo stesso patrimonio genetico”.

Laura, la nuotatrice
Era giovanissima Laura Letrari quando si è iscritta all’Admo, e oggi è testimonial anche di Adisco, Avis e Aido: “È una grande soddisfazione per me poter sostenere questa causa e sapere che posso regalare al prossimo qualcosa di mio – spiega la nuotatrice brissinese – . Credo che la difficoltà di reperire donatori sia colpa soprattutto della disinformazione. Se le persone si prendessero il tempo per ascoltare, capirebbero che si tratta nella pratica di un semplice prelievo, che può diventare un viaggio di vita e di speranza per qualcun altro. Sono fortunata perché sono in salute, ma se dovessi un giorno stare male mi piacerebbe poter sapere che c’è qualcuno che iscrivendosi ha pensato a me”.
La conferenza stampa di presentazione delle nuove testimonial “Admo in Rosa” si terrà lunedì 7 marzo alle 12.15 nella sede dell’associazione in via Sassari 20/A e la popolazione è invitata. Qualche giorno prima, il 5 e 6 marzo, i volontari Admo scenderanno in piazza per il tradizionale appuntamento per “Una colomba per la vita”, sperando di trovare quell’ignaro “gemello genetico” che, tra 100mila persone, è quello giusto per salvare la vita di qualcuno in attesa di trapianto. Forse è arrivato il tempo di scendere in piazza e prendersi il tempo per ascoltare.
Per info e per diventare volontario:
info@admobz.com
Tel. 0471 400823
Da lun a ven ore 8-12; Mar e gio ore 8-16

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