Mio figlio Andrea è vivo grazie a un trapianto di midollo
Monza – Oggi Andrea √® un bambino vivace di 11 anni, frequenta la quinta elementare, fa sport. Deve la sua vita di oggi al gesto di una donatrice sconosciuta che gli ha donato il midollo osseo. Era il novembre del 2003 e Andrea aveva solo otto mesi.
Quell’esperienza personale e fortissima ha spinto la mamma di Andrea, Valeria Romani, arcorese, ad impegnarsi in prima persona nell’associazione Admo (associazione italiana donatori di midollo osseo). Oggi è la presidente della sezione MB e instancabilmente incontra ogni anno centinaia di ragazzi nelle scuole a cui racconta la sua storia, quella di suo figlio e come sia semplice e importantissimo diventare donatori.
Andrea ripercorre la sua storia: “Ci siamo accorti subito che qualcosa non andava- racconta-: Andrea era piccolissimo, soffriva di anemia, aveva poche piastrine era soggetto a numerose infezioni. La diagnosi ci è stata fatta a Brescia: sindrome di Wiskott-Aldrich, una malattia rara di immunodeficienza. L’unica speranza per vivere è ricevere un trapianto nel primo anno di vita”.
E’ iniziata allora una corsa contro il tempo, mentre Andrea si aggravava ed era diventato un Bubble-boy: costretto a vivere in una bolla sterile nel centro di trapianto midollo osseo, senza i baci e gli abbracci di mamma e papà.
La sua tipizzazione era stata inserita nel registro mondiale dei donatori di trapianto. Bisognava solo attendere con fiducia che qualcuno nel mondo fosse compatibile al 100%.
“C’è una probabilità su 100 mila di trovare un donatore compatibile- racconta Valeria- per questo è importante che i donatori siano tantissimi”.
La storia di Andrea è una storia a lieto fine perché l’attesa è durata pochi mesi: il 6 novembre del 2013 un’ambulanza è partita da Brescia per raccogliere il midollo della donatrice.
“Sappiamo solo che è una ragazza, probabilmente lombarda e che nel 2003 aveva 25 anni- spiega Valeria- ma lei è sempre nei nostri pensieri e nei nostri cuori”.
La donatrice anonima era iscritta ad Admo.
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