La vita mi ha sorriso spesso

 In Storie vere

Ciao a tutti quelli che leggeranno, io mi chiamo Giovanni, ho 23 anni, e da quando ne avevo 19 combatto contro una leucemia linfoblastica acuta a cellule B. In un primo momento mi avevano dato per spacciato, poich√© ormai grande per questa malattia, ma soprattutto perch√© il mio midollo era per il 97% composto da blasti…¬† avrete conosciuto talmente tante storie che non c‚Äô√® nemmeno bisogno che vi dica come mi sono sentito in quel momento, posso solo dirvi che √® davvero durato poco, decisi che dovevo darmi da fare contro quella malattia dal nome sentito solo ai telegiornali o nei film drammatici in cui il protagonista muore tristemente e lascia tutti qui.

Io sapevo di essere diverso da tutto quel melodramma, io non potevo morire e dovevo combattere senza farmi mai portar via il sorriso e la forza che mi hanno sempre contraddistinto, e da quel momento ho cominciato la mia dura battaglia con il mostro che viaggiava nel mio sangue bianco, ridendo e scherzando con gli angeli trovati in reparto che in poco tempo sono diventati la mia famiglia e ai quali devo davvero tutto… Miracolosamente il protocollo seguito dai medici produsse risultati gi√† dal primo ciclo, la mia malattia era andata in remissione. Inutile descrivere il mentre, la parentesi delle procedure dolorose, delle rachicentesi, delle biopsie ossee, dei posizionamenti chirurgici dei cateteri nel collo, perch√© quel dolore, seppure brutto, non era nulla in confronto a quello che succede nella testa di chi come me vive di medicine, flebo, e camici bianchi.

Sembrava andare tutto per il verso giusto, da quel 21 gennaio erano passati 6 mesi, e il 17 luglio dello stesso anno uscivo dal mio girone di inferno/paradiso, era il momento di riprendermi la mia vita, di ridare una parvenza di normalità, senza mai però dimenticare quel male che già credevo mi avesse reso uomo. Dovevo solo prendere per i due anni seguenti alla stop terapia un medicinale come mantenimento dei risultati conseguiti, e mi portavo un bagaglio grandissimo, quei sei mesi mi avevano fatto capire davvero molto, e da lì cominciai a scoprire il mondo, a viaggiare, a guardarmi intorno.

Ma proprio l‚Äôultima biopsia, quando tutto doveva concludersi e anche quelle ultime due compresse al giorno dovevano scomparire, proprio quella biopsia fece emergere che il mio sangue stava tornando bianco; eh s√¨, il 30% del mio midollo era composto di nuovo da blasti, e cos√¨ una nuova guerra cominciava, con la differenza che questa volta per√≤ le chemio non sarebbero bastate, questa volta il mio midollo era definitivamente compromesso e quindi andava sostituito, e da quel momento entr√≤ a far parte del mio mondo una nuova parola, ma soprattutto una grande speranza… TRAPIANTO ALLOGENICO DI CELLULE STAMINALI.

Inizi√≤ un lungo, lunghissimo calvario, in cui la malattia si era rafforzata e non ne voleva proprio sapere di lasciarmi, nonostante i bombardamenti chemioterapici lei rimaneva l√¨ e non mi permetteva di poter pensare ad una terapia trapiantologica, ma i miei angeli con il camice non mi abbandonarono¬†e riuscirono ad ottenere una nuova terapia biologica sperimentale, il blinatumomab per intenderci, e cos√¨ per mesi mi portai addosso uno zainetto con una pompa di infusione portatile che poco alla volta mi iniettava quell’oro liquido tramite il catetere venoso centrale. E cos√¨ finalmente riuscimmo ad ottenere la remissione della malattia, finalmente si poteva pensare ad un trapianto, ma bisognava trovava un donatore poich√© in famiglia erano tutti aploidentici e sarebbero stati presi in considerazione solo nel caso non fosse stato trovato un donatore abbastanza compatibile con me.

E quel donatore invece esisteva, e aveva la mia stessa et√† e era iscritto al registro dei donatori!¬† Non voglio raccontarvi ci√≤ che √® successo durante il trapianto, quanto √® stato duro, come tutti ho avuto gioie e complicazioni… Ancora oggi¬†non posso ritenermi fuori pericolo¬†e proprio mentre scrivo sto andando a fare uno dei lunghi controlli che chi come me ha subito tutto ci√≤ sa cosa sono.

Vi ho raccontato tutto questo perch√©¬†¬†ho avuto tante possibilit√†, perch√© nonostante tutto la vita mi ha sorriso spesso e mi ha dato sempre una via d’uscita, e ora voglio che parte della mia vita e del mio tempo venga dedicata ad aiutare, vorrei portare qui in questa piccola realt√† (io vengo da Ischia) una vera testimonianza di umanit√†, di un ragazzo che a 23 anni si √® tipizzato ed ha donato una nuova vita ad un suo coetaneo… grazie!

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