Il grande miracolo che mi unisce al mio donatore

 In Storie vere

Quando mi è stata diagnosticata la malattia, il 7 maggio 2014, il mondo mi è crollato sotto i piedi. Non sapevo praticamente nulla della leucemia, tranne che è un tumore e che di tumore si muore. La dottoressa che mi fece il primo ago aspirato per controllare lo stadio e che tipo di leucemia fosse mi disse: “Piangi ora, sfogati, poi non piangere più” e così ho fatto. Ho passato 6 mesi a letto per via di una grave infezione venutami dopo la prima chemioterapia, poi c’è stata una dimissione di 1 mese prima del trapianto di midollo osseo… Finalmente erano riusciti a trovare un donatore compatibile, il mio fratello di sangue!

La ricerca iniziò a giugno 2014 , fin da subito avevano capito che non ce l’avrei fatta senza un trapianto, e quando mi comunicarono la notizia ne fui spaventata e colma di gioia allo stesso tempo. Spaventata perchè c’è il 30% di possibilità di non sopravvivere e colma di gioia perchè la soluzione ai miei problemi era chissà dove nel mondo, ed era lì per me! Mi ricordo che prima di entrare al centro trapianti, un reparto d’isolamento dove hanno accesso solo gli infermieri ed i medici, guardai il mio compagno e la mia famiglia e dissi loro che oltre la porta a vetri non mi sarei voltata a salutarli… non volevo che vedessero quanto ero terrorizzata.

Erano i primi giorni di dicembre e durante la notte iniziarono a trasfondermi le cellule staminali che mi avrebbero permesso di ritornare a vivere. Furono giorni difficili, passare le feste di Natale in ospedale lontana dai propri affetti è psicologicamente molto duro, per non parlare di un fungo terribile che viene grosso modo a tutti I trapiantati e che non permette di bere nemmeno l’acqua perchè parte dalla bocca e arriva fino allo stomaco e provoca dolori molto intensi. In tutto questo pensavo al grande miracolo che mi univa ad un’altra persona, a quanto in realtà fossì fortunata ad avere una seconda chance e che purtroppo tanti malati muoiono nell’attesa di trovare una compatibilità. Decisi in quel momento che avrei fatto tesoro della mia storia, che avrei cercato di aiutare il più possibile le persone malate come me a trovare un fratello di sangue.

Purtroppo questa malattia colpisce indistintamente e senza una ragione, ognuno potrebbe aver bisogno di una compatibiltà che gli salvi la vita e ad oggi poche sono le persone che hanno dato la propria disponibilità a questo incredibile gesto di solidarietà.

Spero davvero che troviate, nel profondo del cuore, il coraggio per essere gli eroi di qualcuno.

Con immensa gratitudine,

Veronica

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