11.000 nuovi donatori in un anno: si puo' fare!

 In DONARE, Un po' di noi agli altri

di Nicoletta Sacchi,
direttore del Registro Nazionale Italiano Donatori di Midollo Osseo IBMDR

Com’è noto, il trapianto di cellule staminali ematopoietiche (CSE) rappresenta da decenni una comprovata terapia per un ampio numero di malattie gravi o gravissime, altrimenti non curabili.

Dopo oltre trent’anni di attività stiamo però assistendo a un fenomeno particolare: mentre i trapianti allogenici – che utilizzano un familiare come donatore di CSE – sembrano essersi assestati su un numero pressoché costante nel tempo, osserviamo un continuo e tumultuoso incremento nel numero di trapianti da non consanguineo.

Nel 2010 sono stati eseguiti in tutto il mondo quasi 17.000 trapianti da non familiare (+ 9% rispetto all’anno precedente) e in Italia registriamo un incremento del  13%, con 740 trapianti rispetto ai 656 del 2009. (grafico 1)

A che cosa è dovuto l’incremento?

Se compariamo il numero di procedure trapiantologiche eseguite in Italia, nell’ultimo quinquennio, con donatori familiari e non, è chiaro come i due valori, assai distanti nel 2005, siano ormai quasi sovrapponibili. (grafico 2)
L’aumento è dovuto a diversi fattori: l’applicazione di protocolli di trapianto sempre più evoluti, lo studio della compatibilità HLA attraverso la biologia molecolare, la conseguente applicazione della procedura a soggetti prima non ritenuti eleggibili al trattamento; nel 2010 sono stati avviati alla ricerca oltre 400 soggetti con età superiore ai 55-60 anni, pazienti che fino a pochi anni fa sarebbero stati considerati troppo ‘vecchi’. Tale incremento, però, non  potrebbe esistere senza l’attore principale di tutto il processo: il donatore. Nel mondo possiamo ormai contare su oltre 17 milioni di donatori (ricordate? soltanto pochi anni fa abbiamo festeggiato i dieci milioni di iscritti….) e muri che  sembravano invalicabili stanno finalmente crollando: Registri con numeri enormi di soggetti iscritti – come la Cina, il Brasile e il Portogallo – che fino a ieri non mettevano in condivisione il loro patrimonio, hanno finalmente accettato di  entrare a far parte della rete mondiale. A fronte di una simile disponibilità di volontari adulti, nonché di unità di sangue cordonale donate con finalità solidaristica, oggi la probabilità di trovare una sorgente di CSE sufficientemente compatibile è, per i pazienti di origine europea, superiore all’80%.

Il Registro Italiano nello scenario mondiale

Nel 2009 avevamo segnalato un preoccupante calo di utilizzo del donatore IBMDR, registrando un numero sempre minore di volontari italiani giunti al prelievo di CSE a favore di riceventi sia italiani sia internazionali. Alla luce di ciò, in sede di Consulta dei Registri Regionali insieme con ADMO avevamo ravvisato la necessità di rinvigorire l’attività di reclutamento e di migliorare la gestione dei donatori già iscritti. Anche il Centro Nazionale Sangue e il Centro Nazionale Trapianti ci sono venuti in aiuto, promuovendo l’Accordo Stato Regioni (ASR n. 57 del 29 aprile 2010) che prevede l’istituzione e il riconoscimento dei poli di reclutamento, strutture funzionali – spesso allocate presso i  servizi trasfusionali – che coadiuvano i Centri Donatori in modo ancora più capillare sul territorio. Inoltre, sempre in sede di Consulta, sono state proposte e applicate nuove strategie di ottimizzazione del Registro: da un lato è stato deciso di tipizzare i nuovi iscritti in maniera più esaustiva (HLA ABC in bassa risoluzione e DRB1 in alta risoluzione); dall’altro si è deciso di riqualificare i donatori che, iscritti parecchi anni prima, presentano dati genetici troppo grossolani (per questa ragione, non sono mai stati selezionati nel passato e, probabilmente, mai verranno richiamati in futuro…).

Il ruolo dei Registri Regionali e dei Centri Donatori

Simili decisioni hanno ovviamente determinato un grande impegno sotto il profilo dell’aumento di attività (e dell’investimento di risorse) da parte di tutti i Registri Regionali e dei Centri Donatori IBMDR, non sempre supportati da  opportuni finanziamenti regionali. D’altronde questo sforzo collettivo ha cominciato a far registrare, in maniera ancora ridotta, ma sicuramente percettibile, i suoi frutti: finalmente le donazioni del nostro Paese (a favore di riceventi italiani) hanno ricominciato a crescere e, dopo la caduta del 2009, siamo di nuovo al secondo posto – seppure a pari merito con gli Stati Uniti d’America – come ‘fornitori’ di CSE per i pazienti nazionali. (grafico 3)

Tra gli iscritti del 2010 ci sono già donatori effettivi

Sicuramente, però, il dato più sorprendente – che ci sprona a continuare a lavorare in questa direzione – è rappresentato dal fatto che soggetti iscritti nel 2010 (attraverso la nuova strategia) nell’arco di pochi mesi sono già arrivati alla donazione: mai, negli anni precedenti, avevamo assistito a un indice di donazione sui soggetti nuovi iscritti così elevato! (grafico 4)

I buoni propositi per l’anno in corso

A questo punto dobbiamo continuare a intaccare, riqualificandoli geneticamente, quegli oltre 96.000 iscritti che sono tipizzati soltanto parzialmente e, pertanto, non vengono più selezionati: nel 2010 i volontari IBMDR giunti alla donazione erano caratterizzati (per il DRB1 in alta risoluzione) nell’80% dei casi già al momento della prima selezione per il paziente a favore del quale hanno poi donato. Ma nessuno era fra quei 96.000 con tipizzazione parziale.
Inoltre, è fondamentale continuare un’assidua e capillare opera di reclutamento: dobbiamo chiudere l’anno con almeno 11.000 nuovi soggetti, giovani e ben tipizzati, quindi auspichiamo (come sempre) nel supporto di ADMO per promuovere e divulgare il messaggio della donazione. È da sei anni, ormai, che non riusciamo a superare i 10.000 nuovi iscritti, perciò… ecco il nostro traguardo: 11.000 donatori per il 2011! (grafico 5)

 
 
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