Si chiama ADMO la meta pi√π bella
Una trentina di atleti ha deciso di iscriversi all’associazione. Dopo le ragazze, anche la squadra maschile si impegna nel mondo del volontariato
Cinquanta atleti del Rugby Colorno dicono s√¨ all‚ÄôADMO e diventano potenziali donatori di midollo osseo. √à stata una meta molto pi√π importante di tante altre quella messa a segno da una trentina di tesserati maschi della societ√† biancorossa facenti parte delle formazioni Hbs ‚Äì che milita nel campionato di seria A ‚Äì e Arca di Gualerzi – formazione che ha gi√† conquistato la fase finale del campionato Under 18 Elite – andatisi ad aggiungere alla ventina di tesserate della prima squadra femminile che gi√† in passato avevano dato il loro ok per diventare potenziali donatrici entrando cos√¨ a far parte di un database che raccoglie in tutto il mondo l‚Äôappello di potenziali riceventi.
Il lodevole boom di adesioni è stato possibile a seguito di un incontro tenutosi nell’aula magna del centro sportivo del Rugby Colorno durante il quale i giocatori si sono confrontati con il volontario ADMO Stefano Necchi, il donatore Fabrizio Mendogni e i riceventi Serena Giannetta e Riccardo Piovan, ex giocatore e capitano della Rugby Parma.
¬´√à stato un incontro costruttivo ed interessante ‚Äì commentano i dirigenti del Rugby Colorno – in cui i volontari¬†ADMO hanno coinvolto gli atleti presenti in sala con spiegazioni dettagliate, ma alla portata di tutti¬ª.
Il messaggio di solidarietà è stato colto al volo e sono stati ben 30 i ragazzi che hanno dato l’ok ad entrare nella grande famiglia ADMO, alla quale in passato avevano già aderito una ventina di tesserate biancorosse.
«Il rugby è uno sport che risponde sempre molto bene ad iniziative di questo tipo, forse perché si basa su ideali nobili come il rispetto dell’avversario e la disciplina – ha commentato il volontario Necchi –. Il fatto che fosse presente Piovan ha senz’altro giovato. Hanno detto sì all’ADMO quasi tutti i ragazzi e chi non l’ha fatto aveva buoni motivi, come ad esempio l’età. Siamo molto soddisfatti».
I rappresentanti dell’ADMO hanno spiegato come il prelievo di midollo sia molto meno invasivo rispetto agli anni scorsi: «risulta molto simile ad un prelievo di plasmaferesi di quelli che si fanno normalmente all’Avis. Con l’operazione che abbiamo fatto insieme ai ragazzi i loro profili saranno trasmessi ad un database che raccoglie in tutto il mondo l’appello di potenziali riceventi. Un gesto molto importante da parte di questi atleti».
http://www.gazzettadiparma.it/news/colorno/258339/Si-chiama-Admo-la-meta-piu.html